Lady Butterfly by Margaret Fountaine

Lady Butterfly by Margaret Fountaine

autore:Margaret Fountaine [Fountaine Margaret]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa
editore: Elliot
pubblicato: 2014-10-22T22:00:00+00:00


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La ragazza malata di etisia diede segni di ripresa. Uno dei compiti di Margaret consistette nel tener Mamma lontana da lei, poiché Rachel non sopportava l’idea che venisse lì. Debole com’era, le scrisse una lettera per dirglielo, cosa che attirò la sua ingovernabile collera su di me. Rachel ebbe una ricaduta: fosse stata in Inghilterra, niente avrebbe potuto salvarla; qui, al contrario, invece di doversene stare imbottigliata in una stanza chiusa e soffocante, teneva le finestre spalancate fino a tarda notte. Piano piano la salute di Rachel andò migliorando, finché Margaret poté scrivere, il 15 aprile 1899: “Benché ci sia ancora molto da fare, possiamo dire che Mentone ha salvato la vita di Rachel”.

Ma non molto tempo dopo ci fu un’altra ricaduta; il parere dei medici fu che Rachel dovesse essere trasferita dal caldo – ora eccessivo – del meridione francese al clima più fresco della Svizzera. E Rachel, infatti, si trasferì in un sanatorio di Laysin. Arrivò Florence, per sostituire Margaret nel far compagnia a Rachel e nell’aiutare l’infermiera Gordon. Si separarono a Marsiglia. Miss Fountaine raggiunse Digne, per trascorrervi un paio di mesi da sola.

L’albergo del tipo commerciale e i commessi viaggiatori che lo frequentavano contribuirono a creare la situazione più ottusa e al di là di ogni tentazione nella quale potessi imbattermi. Ma una sera, mentre scendevo lungo la buia scala di pietra dell’albergo, udii la voce inconfondibile di un inglese che diceva: «Sembra che si trovino varietà meravigliose, da queste parti». L’osservazione mi rivelò che era arrivato non soltanto un inglese, ma altresì un entomologo; e forse due, poiché costui aveva certamente avuto un interlocutore.

L’uomo che aveva parlato non era più nella prima giovinezza, ma a stento si poteva definirlo di mezza età e il suo aspetto non era per niente spiacevole. Intavolammo subito una conversazione, e avendo io accennato qualcosa a proposito dell’Ungheria, si girò di colpo. «Dica, lei non è per caso Miss Fountaine?» domandò. Io annuii, e venne fuori che lui era Mr Roland Brown, uno dei tanti con i quali ero stata in corrispondenza entomologica, l’ultimo inverno a Bath.

Poco discosta da Mr Brown c’era una graziosa donnina bruna, e accanto a lei sull’altro lato un uomo di bell’aspetto con la barba, Mr Kollmorgen: un entomologo anche lui, mi parve, e la donnina bruna era sua moglie. Lui era tedesco, ma parlava inglese perfettamente.

Fatta eccezione per Mr Raine, non ero andata a caccia di farfalle con un inglese da quando ero stata in Corsica sei anni addietro. Certo, non era come andare in giro con uno straniero. Suppongo che qualche volta anche gli uomini inglesi facciano l’amore, ma non riesco a immaginare in che modo. Non capisco di che materiale siano fatti: non ho mai accorciato le distanze con uno di loro, né mai lo farò. Il che non toglie che Mr Brown fosse un compagno delizioso.

In seguito egli partì per Susa; voleva che andassi con lui, ma non desideravo aggiungere un’altra frontiera tra me e Rachel. Inoltre, stavo mettendo radici in quella piccola, strana città francese.



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